Al giorno d’oggi, è sicuramente raro assistere alla chiusura totale di un aeroporto. La pandemia da poco passata ha segnato profondamente questo importante settore dei trasporti che, anche se non con poche difficoltà, ha saputo resistere. Tuttavia, nel mondo è pieno di aeroporti dismessi. Molti di questi, anche in Italia, erano un tempo destinati all’uso militare durante la Seconda Guerra Mondiale. Sebbene sia difficile immaginare una seconda vita per un aeroporto, vista l’unicità di utilizzo delle sue infrastrutture, muovendoci al di fuori della nostra penisola possiamo scoprire come vecchi aeroporti siano stati riportati in vita per scopi alternativi.
1.Stapleton International Airport
Questo scalo, serviva la zona di Denver (Colorado, USA) prima dell’apertura del Denver International Airport (DEN). La zona del vecchio aeroporto, sebbene in buona parte demolita, è stata utilizzata a fini commerciali e residenziali. La parte però che merita più attenzione però, è quella relativa alla vecchia torre di controllo. Essa è stata infatti convertita in uno spazio che oggi racchiude al suo interno: un ristorante, sei piste da bowling, shuffleboard, bocce ed uno sport bar.
2.Robert Mueller Airport
Rimaniamo negli USA, spostandoci questa volta in Texas, quando la città di Austin non era servita dal presente Austin-Bergstrom International Airport (AUS). Del Robert Muller ad oggi non rimane molto, la sua area è stata però ampiamente utilizzata per la costruzione di case e parchi. Simbolo di questo scalo, rimane il suo Browning Hangar. La struttura, datata 1943 viene oggi utilizzata come spazio multiuso e ospita a cadenza regolare un mercato agricolo.
3.Floyd Bennett Field
Si tratta del primo aeroporto di New York, inaugurato negli anni ‘30. Punto strategico soprattutto per l’aviazione militare statunitense durante tutto l’arco delle principali guerre avvenute nel secolo scorso. Negli ultimi decenni, la sua gestione è stata al centro di numerose controversie e altrettante sono state le proposte di riqualificazione (che andavano da un parco divertimenti ad una pista di pattinaggio). L’area di 400 ettari è oggi suddivisa e destinata agli utilizzi più vari. Sono state preservate la maggior parte delle strutture originarie, alcune delle quali all’interno ospitano un museo. La restante zona è dedicata ad attività all’aperto (campeggio, golf, tiro con l’arco, pesca) oltre alla presenza di un eliporto del NYPD.
4.Croydon Airport
Tornando in Europa, troviamo questo storico aeroporto inglese che fu inaugurato ben più di 100 anni fa. La sua lunga storia vide un ruolo strategico per la RAF. Fu aperto anche all’aviazione commerciale ma chiuse agli inizi degli anni ‘60. Ad oggi rappresenta principalmente un sito storico protetto, dedicato proprio alla storia all’aviazione militare inglese. Antistante alla cosiddetta “Airport House”, area principale del museo, è impossibile non notare un vero de Havilland Heron degli anni 50. Curiosità: le strade dell’area residenziale vicina all’aeroporto portano i nomi di modelli di velivoli e aviatori. Non è da tutti abitare in “Spitfire Road”.
5.Kai Tak Airport
Scalo fondamentale della regione speciale di Hong Kong, inaugurato nel ‘25 è rimasto operativo fino a luglio del ‘98, sostituito dall’aeroporto di Chek Lap Kok. Numerose sono le foto ed i video in rete relativi agli atterraggi presso questo scalo; gli aerei sembravano quasi sfiorare le case. Nel tempo, le sue strutture hanno visto numerosi utilizzi, tra cui addirittura una pista di go kart. Ad oggi è ancora in corso un progetto di riqualificazione dell’area. Dal 2011 in poi sono stati costruiti un terminal crociere, un ospedale pediatrico, due stazioni ferroviarie, un parco sopraelevato e due complessi residenziali. Un grande parco sportivo (Kai Tak Sports Park) verrà inaugurato il prossimo anno.
Certamente, non abbiamo parlato di utilizzi così originali, bizzarri e ricercati. Trattasi comunque di una forma di riciclo innanzitutto di un suolo che altrimenti, rimarrebbe abbandonato, come troppo spesso accade. Stessa cosa vale per alcune strutture.
Credits copertina: Carbuzz