L’Air Force One, si sa, rappresenta uno dei simboli di grandezza e potenza del presidente degli USA. Nell’ultimo anno e mezzo però, tra la fine della presidenza Trump e l’inizio della presidenza del democratico Biden, il celebre mezzo di casa Boeing si trova al centro di un’intricata questione.
Già nel 2018 infatti, in piena presidenza Trump, venne siglato un accordo informale tra la Casa Bianca e Boeing per la consegna di ben 2 nuovi mezzi presidenziali. L’aereo, si sa, non consiste in un semplice Boeing 747 ridisegnato nel suo layout interno. Esso costituisce praticamente una vera e propria “fortezza volante”. Il mezzo infatti possiede un ufficio per il presidente, una piccola sala operatoria, più di un sistema di difesa e sicuramente tanto altro che non è dato conoscere. Tutto questo si traduce in un enorme grattacapo per il costruttore (in questo caso Boeing). L’azienda infatti, sebbene venga pagata a “peso d’oro” per la consegna del gigante presidenziale deve, oltre che soddisfare le richieste – spesso derivanti direttamente dal Pentagono – onorare le scadenze pattuite e risultare certamente affidabile.
Il CEO di Boeing, a proposito delle questioni appena sopra citate, aveva già affermato come l’impegno assunto dall’azienda fosse stato forse troppo azzardato, ma che ormai gli quanto assunto sarebbe stato portato a termine.
Il prezzo pattuito nel 2018 sarebbe stato di circa 3,9 miliardi di dollari. Di mezzo però, c’è stata una pandemia ed un cambio alla guida dello Stato. Il tutto ha rimescolato un po’ le carte andando a creare dei dissapori tra le parti dell’accordo.
L’azienda costruttrice americana ha infatti dichiarato di aver “bruciato” già più di un miliardo, tra contratti scaduti e fornitori inadempienti per la costruzione del mezzo. La consegna infatti ha già subito un notevole ritardo. Previsto nel 2020, il primo dovrebbe vedere la consegna nel 2023 e il secondo nell’anno successivo. Il conflitto tra le parti entra poi nel vivo nel momento in cui, dopo la cantonata economica subita da Boeing, l’azienda voglia giustamente cercare di rientrare nei costi. Ovviamente, dall’altra parte, il Pentagono esige che le richieste fatte vengano mantenute. Tanto per fare un esempio: uno dei problemi nella costruzione del mezzo riguarda il cablaggio interno. L’azienda americana ha avuto problemi con un suo fornitore in quanto vi sono state riscontrate prestazioni insufficienti nella cablatura del mezzo. É anche però vero che il cablaggio richiesto dall’Air Force One è di circa 322 chilometri, quasi il doppio di quello necessario per un normale modello di 747.
L’ultimo “colpo di coda” dell’ex presidente americano inoltre, ha riguardato questa volta la livrea del mezzo.
“L’Air Force One sarà incredibile. Sarà il top di gamma, il top del mondo. E sarà rosso, bianco e blu, il che penso sia appropriato”. Sono state queste le parole di Donald Trump in merito alla nuova livrea dell’aereo presidenziale. Notizia di poche ore fa è stata proprio la conferma però che questa livrea non sarebbe stata applicata sui nuovi mezzi, poiché rifiutata dall’amministrazione Biden.
Sebbene a primo impatto possa sembrare solo una questione di gusti personali sul fatto che la livrea prevista dal miliardario americano possa piacere o meno, vi sono in realtà due “punti” da dover considerare: uno politico ed uno tecnico.
Il cambio di “poltrona” denota ovviamente il motivo politico, i due presidenti avevano ed hanno idee diametralmente opposte sotto tutti i punti di vista. L’utilizzo della livrea proposta dal 45°Presidente degli Stati Uniti avrebbe rischiato un suo “promemoria” per gli anni a venire, anche eventualmente dopo l’amministrazione attuale.
Il motivo di carattere tecnico invece (e se vogliamo anche economico) è propugnato questa volta da Boeing stessa. I colori, più scuri della classica livrea a cui siamo abituati, oltre a rappresentare un costo in più, che di certo l’azienda non può permettersi vista la situazione, contribuirebbero negativamente alle prestazioni del velivolo in quanto consentirebbero a questo di riscaldarsi di più e più velocemente, andando ad inficiare la sua stessa efficienza.
Quanto di questo sia vero e quale dei due motivi sia più determinante non ci è dato saperlo, almeno per ora. Sta di fatto che al momento la livrea prevista per i due Boeing basati sul 747 in consegna per il presidente sarà la classica del 1962 risalente alla presidenza Kennedy.
In foto, l’Air Force One con la classica livrea blu ciano in fase di atterraggio.