Sono ormai passati più di due mesi dalla distruzione dell’unico esemplare di AN-225 “Mriya”, causata dai bombardamenti in Ucraina. In una vicenda, che ha ancora un lato in particolare da chiarire: si sarebbe potuto evitare?
Dure sono state infatti le parole pronunciate dal maggiore Dmytro Antonov (pilota dell’AN-225) contro la società Ucraina, accusata di negligenza. Di tutta risposta, Antonov, con una lettera aperta, si è difesa affermando come sia stato fatto il possibile per tutelare lo storico mezzo. Fin da subito però, si è anche fatta largo l’idea di un nuovo AN-225, un progetto sicuramente molto ambizioso, soprattutto per quanto concerne i costi. La raccolta fondi indetta da Antonov stessa ne è un chiaro esempio. In verità, vi sarebbe già un secondo modello, completo al 60% circa, cui però la costruzione è ferma da circa una decina d’anni. Il costo per ultimarlo oscillerebbe tra i 400 e gli 800 milioni di dollari. Sono stati due, inoltre, i Paesi che hanno espresso interesse nel completamento dell’aeromobile, ma con entrambi pare che non si sia riusciti ad arrivare ad un accordo. Il primo di questi era la Turchia, con cui pare il concordato sia saltato per una questione prettamente economica. Il secondo era la Cina, che però richiedeva alla società ucraina un trasferimento nel territorio della Repubblica Popolare.
Nonostante queste due inconcludenze, qualche giorno fa, il presidente ucraino, in una videochiamata con alcuni studenti, ha fermamente espresso la sua volontà nel rivedere in volo “Mriya”, soprattutto in memoria dei piloti caduti in battaglia.
Vi è però da chiedersi anche quanto la costruzione di un nuovo AN-225 sia effettivamente necessaria per fini prettamente pratici, e quanto lo sia invece per fini puramente idealistici, per gli ucraini stessi e per gli appassionati di aviazione. Inoltre bisogna aggiungere che la maggior parte delle componenti del mezzo, venivano prodotte “su misura”, uno dei principali motivi degli ingenti costi. Ad aggravare il tutto, vi è anche il fatto che determinate parti dell’aereo erano prodotte da aziende russe, con cui ormai i rapporti sono saltati. Questo fa sì che la società ucraina debba mobilitarsi anche nel trovare nuovi produttori affidabili e disposti a costruire le componenti necessarie.
Sta di fatto che Antonov continua a cercare possibili investitori per permettere la realizzazione del progetto, inoltre, con il rinnovato supporto del governo, sembra che l’idea di riportare nei cieli di tutto il mondo “Mirya”, non sia più solo un’idea.
In foto, l’Antonov AN-225.